In parte per la mancanza di rispetto per le persone, ognuno dovrebbe guardare i propri difetti, ma si sa che è molto difficile l'arte dell'obbiettività.
In parte per l'uso dispregiativo del termine cozza, uno dei nomi di questa specie marina ( mitili o anche muscoli) che in realtà rappresenta una delizia della cucina soprattutto estiva.
Neri e lucidi i gusci del bivalvo, un po' misteriosi con le incrostazioni calcaree, vulcanelli e striature, con quelle sfumatore violacee, ci regalano un mollusco dai colori rosati e aranciati, che porta il profumo e il gusto del mare; per gli appassionati è irresistibile anche così, a crudo, con o senza una goccia di limone e perciò qualche volta non tocca nemmeno il piatto. Un po' azzardato, direi!
Ma sono tante le ricette che hanno per protagonisti questi molluschi, dalle zuppe e le spaghettate, dalle insalate di mare alla famosa impepata.
Per tradizione nella nostra famiglia si festeggia il compleanno di mio marito Antonio, che cade appunto proprio oggi, sei agosto, con una montagnola di cozze ripiene.
Il lavoro è tanto, ma il risultato ne vale la pena!
Dopo aver grattato i gusci, si aprono a crudo, avendo cura di rompere il legamento che le farebbe riaprire in cottura, in modo da evitare di legarle una per una.
Si procede poi a riempirle con la giusta quantità di un ripieno formato con carne bovina macinata, bieta lessa, mortadella, parmigiano, pane grattato, uovo, sale, pepe, prezzemolo e aglio.
In una padella molto larga soffriggere un trito di aglio in 5/6 cucchiai di olio evo, aggiungere le cozze con l'acqua filtrata che hanno rilasciato durante la preparazione, un po' di vino bianco, un paio di pomodori maturi spellati e spezzettati.
Aggiustare con poco sale, al bisogno, pepe e peperoncino e poco prezzemolo tritato.
La cottura si prolunga per circa un'ora, mescolando con cura e attenzione ad eventuali conchiglie che si potrebbero svuotare del loro goloso piccolo tesoro di polpetta avvolta dal mollusco marino che il calore fa aderire al ripieno terricolo : è in questo contrasto la poesia che state per gustare.
In effetti molto spesso vengono usate parole in maniera impropria e il termine cozza è una di queste. Devo dire che tu le hai cucinate magistralmente e che farei una capatina molto volentieri da te!
RispondiEliminaNon sai quanto mi farebbe piacere! a suo tempo, chissà?!
RispondiEliminaUn caro saluto:-)
Marilena
Che bontà queste tue cozze! So quello che dico perchè anch'io le faccio così, però io non metto la carne. Sono di una libidine unica! Bravissimaaa
RispondiEliminaTi abbraccio
ciaooooo