venerdì 1 maggio 2020

Pandolce Genovese


Il pandolce di Genova è uno di quei dolci della grande tradizione, da avvicinare con il dovuto impegno.
Tra le ricette presenti in rete ho sperimentato quella del sito
                                "Il Cucchiaio d'argento"  https://www.cucchiaio.it
che riporta una descrizione chiara e completa, adatta anche a principianti in materia di grandi lievitati e il risultato ( forse proprio grazie alla fortuna dei neofiti) è stato molto lusinghiero.
Unica variante che ho adottato:  non ho aggiunto uvetta, pinoli, canditi e semi di finocchio alla fine della lavorazione, ma prima di mettere la farina, perché si distribuissero in modo più uniforme.
La prossima volta metterò anche una dose più generosa di questi ingredienti, che in questo primo esperimento erano piuttosto scarsi, ad arricchire il pandolce come si addice al suo nome e alla sua meritatissima fama.

  • 500 g di farina setacciata
  • 25 g di lievito di birra
  • 150 g di zucchero
  • 1 cucchiaino raso di sale
  • 100 g di burro morbido
  • 30 g di uvette
  • 25 g di arancia candita
  • 30 g di pinoli
  • 1 cucchiaino di semi di finocchio.
PROCEDIMENTO
Preparate la pasta: in una terrina diluite il lievito con poca acqua tiepida e un cucchiaino di zucchero, poi mescolatelo con 50 grammi di farina, coprite e lasciate fermentare per circa 30 minuti.
 Mescolate la restante farina con il sale, disponetela a fontana sul piano di lavoro o in una terrina più grande,  mettete lo zucchero, il burro a pezzetti e la miscela di lievito acqua e farina preparata in precedenza.
Incorporatevi l’uvetta ammollata prima in acqua tiepida e poi lasciata marinare in due cucchiai di liquore dolce, l’arancia candita tritata, pinoli e semi di finocchio.
Lavorate l’impasto con la poca  acqua tiepida necessaria ( circa 140 ml)  fino a ottenere una liscia consistenza. 
Trasferite l’impasto in una terrina, coprite e lasciate lievitare per 2-3 ore lontano dalle correnti d’aria, preferibilmente in un luogo tiepido.
 Quando la pasta avrà raddoppiato il volume, trasferitela sul piano di lavoro, datele una forma rotonda e adagiatela in una teglia foderata con l’apposita carta e praticate un taglio a croce sulla superficie.
Copritela con un telo da cucina e fatela lievitare ancora per circa 2 ore.
 Al momento di cuocerla mettete in forno caldo a 190° per circa 1 ora.
 Lasciate raffreddare, trasferite il pandolce sul piatto da portata e, come vuole la tradizione,  infilate sulla sommità un rametto d’alloro e servite.

6 commenti:

  1. mia madre imbattibile in questo !

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    1. Non ne dubito,
      la tua profonda "genovesità" me l'ha fatto intuire!!
      Quando provo a fare una specialità famosa mi pongo sempre in una posizione di reverente apprendista.
      Quando gli altri fanno le cose toscane,le parti si invertono.
      Un giusto senso di appartenenza, senza esagerare.
      La cucina è un partimonio da condividere.
      Buom 1° Maggio sempre, nonostante tutto

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  2. Mi era sfuggita la pubblicazione di questo tuo post! Ora mi segno la ricetta perché io e mio marito adoriamo entrambi libertà e canditi e questo tipo di dolci ci attira moltissimo 😊
    Un bacione.

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    1. Ahahah!! Il correttore automatico dello smartphone mi ha fatto uscire fuori "libertà" invece di uvetta 😁😂

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    2. Scherzi della tecnologia , carissima Maris...ma libertà e canditi potrebbe essere un binomio interessante e un po' surreale, anche per una commedia brillante, la commedia della cucina creativa:-D

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    3. 😁😁😁 vero, sarebbe interessante!!!

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